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Lagerstroemia indica

LAGERSTROEMIA

                       

Specie: Lagerstroemia indica

Famiglia: Lythraceae

Nome comune: Lagerstroemia

Area di distribuzione: originaria della Cina , Corea e Giappone, è diffusa in tutto il Nord Italia

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale:

–        Fusto e ramificazioni: la corteccia è liscia, di colore chiaro e chiazzata (scorza squamata di colore marrone-grigio con tipiche macchie a pelle di leopardo)

–        Apparato fogliare: deciduo, in primavera ha piccole foglioline obovate di un verde tenero talvolta bronzate in alcune varietà, in autunno ha foglie che virano al giallo prima di cadere

–        Fiore: comincia a fiorire a luglio e termina ad ottobre, fiorisce alla sommità dei rami di un anno con infiorescenze a pannocchie lunghe 15/20 cm formate da numerosi fiori

–        Frutto: capsule globose a sei spigoli

–        Dimensioni della pianta: raggiunge dimensioni di altezza massima di 6 metri, e 5 di diametro

–        Forma della chioma: ad alberello o cespugliosa

–        Velocità di crescita:

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: cresce bene in terreno argilloso, fertile

–        pH ottimale: dai 5 ai 6

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità:

–        Resistenza all’ inquinamento: medio-alta

Uso: per giardini e parchi, sia ad alberello che a cespuglio

Curiosità: per ottenere un cespuglio: dopo la messa a dimora si taglia il fusto a 20/30 cm dal terreno. Per ottenere un alberello: si lascia crescere il fusto e lo si taglia dopo 1-2 anni all’altezza desiderata

 

Juglans regia

NOCE BIANCO

                       

Specie: Juglans regia

Famiglia: Juglandaceae

Nome comune: noce da frutto, noce bianco, noce comune

Area di distribuzione: in tutti i climi temperati, in Italia è presente in tutta la penisola

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: presenta radici robuste inizialmente fittonanti e a maturità espanse e molto superficiali

–        Fusto e ramificazioni: il ritidoma è grigio e liscio, poi, con l’età, si fessura a placche, i rametti sono grossi, glabri, bruno-lucenti, con evidenti cicatrici fogliari cuoriformi. Le gemme sono subglobose e perulate

–        Apparato fogliare: caduco, le foglie sono composte (da 5-9 foglioline ellittiche) ed alterne, grandi fino a 35 cm

–        Fiore: i fiori sono riuniti in amenti. Gli amenti maschili sono pendenti; si sviluppano sui rami dell’anno precedente e presentano fiori con 6-30 stami, antere e polline gialli. Gli amenti femminili sono in gruppi di 1-5, terminali, sui rametti dell’anno; l’ovario di questi fiori è infero e gli stimmi sono bianchi, grandi e ricurvi all’infuori. Appaiono verso aprile-maggio

–        Frutto: i frutti sono drupe ovato-globose, di dimensioni 3-5 x 3 cm, con epicarpo verde, o mallo (è la parte che si usa fresca in liquoreria), glabro e punteggiato di ghiandole; il mesocarpo è carnoso e l’endocarpo legnoso (quest’ultimo è un buon combustibile). Quest’involucro protegge il seme, o gheriglio, commestibile ed oleoso

–        Dimensioni della pianta: 30 metri in ambiente ottimale

–        Forma della chioma: ampia ed arrotondata

–        Velocità di crescita: lenta

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: il noce comune tollera bene suoli debolmente calcarei, il terreno su cui è coltivato deve essere ricco di sostanza organica

–        pH ottimale: debolmente acido

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità: media

–        Resistenza all’ inquinamento:

Uso: il legno è pregiatissimo e si usa in ebanisteria, per mobili di alta qualità e per calci di fucile, il noce viene usato anche come pianta da produzione per i frutti (noci) e foglie e germogli (si fanno decotti, vini e liquori), oppure viene usato come pianta ornamentale, sia come pianta singola, sia per viali alberati

Curiosità: il noce produce lo juglone che, per allopatia, risulta tossico per altre specie di piante e non ne permette la crescita nei pressi del noce

 

Hibiscus syriacus

IBISCO

                       

Specie: Hibiscus syriacus

Famiglia: Malvaceae

Nome comune: ibisco, ibisco cinese, rosa di Sharon

Area di distribuzione: originario delle zone temperate dell’Asia, cresce oggi anche in Europa, Nord America e zone tropicali

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: essendo un arbusto l’apparato radicale non è molto profondo

–        Fusto e ramificazioni: arbusto ben ramificato, la corteccia è grigia, liscia, tende a divenire rugosa e profondamente segnata con il passare degli anni

–        Apparato fogliare: caduco, il fogliame è di forma ovale, presenta tre lobi di forma varia, più o meno evidenti a seconda dell’esemplare; di colore verde medio, le foglie sono seghettate

–        Fiore: dalla primavera inoltrata fino ai freddi autunnali produce, all’apice dei fusti, grandi fiori solitari, a forma di campana, di colore vario, nei toni del rosa, del bianco e del viola, con gola in colore contrastante; esistono numerose cultivar di ibisco, con fiori dai colori più vari, ed anche a fiore doppio o stradoppio

–        Frutto: grosse capsule semilegnose, di forma ovale, che contengono i semi

–        Dimensioni della pianta: altezza massima 2-3 m

–        Forma della chioma: cespugliosa-arbustiva

–        Velocità di crescita: media-alta

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: si adatta ai terreni argillosi e mediamente calcarei, pur preferendo quelli freschi e profondi, mediamente umidi

–        pH ottimale:

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità: alta

–        Resistenza all’ inquinamento:

Uso: pianta da esterni adatta a giardini, molto ornamentale per le sue prolungate fioriture

Curiosità: le parti di questa pianta, ricche di mucillaggini, antociani e carotenoidi, presentano proprietà farmacologiche confermate dalla moderna ricerca scientifica. In particolare ad esse viene attribuita un’azione diuretica, antisettica, espettorante, emolliente, febbrifuga, antiscorbutica ed emostatica. Il decotto è impiegato come diuretico, contro il prurito della pelle e per il trattamento di dolori addominali, diarrea e dissenteria, mentre l’estratto dei fiori dimostra efficacia contro l’ipertensione ed i disturbi del fegato

 

Ginkgo biloba

GINKGO BILOBA

                       

Specie: Ginkgo biloba

Famiglia: Ginkoaceae

Nome comune: albero dei ventagli

Area di distribuzione: pianta originaria della Cina, molto diffusa come pianta ornamentale

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: ha un buono sviluppo ed è molto resistente

–        Fusto e ramificazioni: i rami principali (macroblasti) portano numerosi rametti più corti (brachiblasti), sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili, la corteccia è liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi

–        Apparato fogliare: ha foglie decidue, di 5-8 cm, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro, che in autunno assumono una colorazione giallo vivo molto decorativa, dalla forma tipica a ventaglio (foglia labelliforme) leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome. La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell’età: le plantule hanno foglie profondamente incise, le foglie portate dai brachiblasti hanno margine interno e talvolta ondulato, le foglie portate dai macroblasti sono spesso bilobate

–        Fiore: il Ginkgo biloba è una gimnosperma, e ha sia la pianta maschio che la pianta femmina

–        Frutto: “drupe” a polpa carnosa e maleodorante

–        Dimensioni della pianta: altezza massima: 35 m

–        Forma della chioma: espansa

–        Velocità di crescita: medio-alta

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: non ha esigenze pedologiche particolari

–        pH ottimale: dai 6,0 ai 7,0

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità: alta

–        Resistenza all’ inquinamento: alta

Uso: il ginkgo è usato anche per alberature stradali, ma il suo utilizzo più apprezzato è come albero ornamentale. Il suo caratteristico portamento lo rende infatti uno degli esemplari ideali da coltivare come albero isolato all’interno di prati di medie, grandi, ma anche di piccole dimensioni. Alberi come il ginkgo biloba, cresciuti isolati, possono essere usati con ottimi risultati come punti focali ed è inoltre consigliabile una loro collocazione al termine della distesa erbosa, al fine di creare una guida per lo sguardo che va addentrandosi in un giardino. Quando sono messi a dimora nel prato, esemplari come il ginkgo biloba apportano al giardino la tipica dimensione verticale. Essi mostrano e sottolineano i loro caratteri: corteccia di bella presenza e tonalità e foglie grandi dagli affascinanti colori, sia in primavera che in autunno. Tutte qualità, queste, che sono messe in risalto dalla loro presenza isolata in giardino

Curiosità: sei esemplari di Ginkgo, ancora esistenti, sono sopravvissuti alle radiazioni prodotte dalla bomba atomica caduta sulla città di Hiroshima. Il Ginkgo biloba è il simbolo della città di Tokyo, capitale del Giappone

Fraxinus excelisor

FRASSINO

                       

Specie: Fraxinus excelisor

Famiglia: Oleaceae

Nome comune: Frassino, Frassino comune, Frassino maggiore

Area di distribuzione: specie diffusa in tutta Europa fino al Caucaso, nel nostro Paese è presente soprattutto nelle Regioni settentrionali, la sua frequenza diminuisce scendendo verso sud; assente in Basilicata e Calabria, naturalizzata in Sardegna. Quota di diffusione dal livello del mare fino a 1500 (1600) metri

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale:

–        Fusto e ramificazioni: il tronco, che può superare il metro di diametro, è dritto e cilindrico; corteccia inizialmente liscia, di colore grigio verdastra e con macchie chiare, con l’età assume toni grigio-brunastri e fessurazioni longitudinali; i rami sono opposti, lisci e di colore verdastro chiaro; le gemme, evidenti e tomentose, sono opposte, di colore nerastro, con quella posta all’apice dei rami di dimensioni maggiori

–        Apparato fogliare: caduco, le foglie del frassino sono composte e perciò formate, in genere, da 7-13  foglioline  opposte  e  finemente  seghettate,  sessili,  imparipennate,  lanceolate,  con apice acuto e con nervature evidenti che si diramano verso il bordo.  Il colore è verde scuro sulla  pagina  superiore, più chiaro,  glabro  in quella inferiore  con la  nervatura centrale che può essere pubescente

–        Fiore: fiorisce da Marzo a Maggio, i fiori compaiono prima delle foglie sui rami dell’anno precedente e si presentano come piccole pannocchie laterali, ascellari; fiori privi di corolla e calice, ermafroditi ma anche unisessuali: in questo caso quelli maschiili sono composti di due soli stami, con antere porpora mentre quelli femminili sono muniti ovario bicarpellare ed assumono una colorazione più verdastra.

–        Frutto: sono  samare  lunghe   3-5   cm.   e   larghe   5-10   mm.  ovali-oblunghe contenenti un unico seme, con un’ala finemente venata e arrotondata; inizialmente di colore   verde   chiaro,   poi   giallastre,   diventano   rossicce   a   maturazione   avvenuta.   Le samare sono riunite  in gruppo  e restano appese ai rami per tutto l’inverno. La forma di questo frutto, a pala di elica, serve ad imprimergli, al momento del distacco dalla pianta, un movimento  rotatorio elicoidale che ritarda  la caduta  a  terra e  favorisce,  così, la dispersione e l’allontanamento ad opera del vento

–        Dimensioni della pianta: 30-40 metri

–        Forma della chioma: ampia e tondeggiante

–        Velocità di crescita: molto veloce nei primi anni

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: richiede terreni fertili, umidi ricchi di humus e profondi

–        pH ottimale: dai 6 ai 7,5

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità:

–        Resistenza all’ inquinamento:

Uso: albero adatto alla coltivazione in parchi e giardini. Possono essere usati come esemplari unici, oppure, per creare boschi, per alberature di viali, come schermi frangivento e per il consolidamento di pendici. E’ una pianta molto apprezzata per l’andamento della sua forma, che è molto regolare e gradevole; inoltre, la colorazione rossastra della chioma in autunno lo rende apprezzabile anche da un punto di vista cromatico

Curiosità: il legno del frassino è molto ricercato per i mobili

 

Ficus carica

FICO                        

Specie: Ficus carica

Famiglia: Moraceae

Nome comune: fico domestico

Area di distribuzione: pianta di origine meridionale (Turchia, Arabia, Siria), diffusa in tutta Italia fino agli 800-1000 metri

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: potente ed espanso, riesce a trovare l’acqua quasi ovunque e riesce a penetrare anche serbatoi o tubature con le sue radici, per questo il fico è una pianta invasiva che può provocare danni anche alle infrastrutture

–        Fusto e ramificazioni: diritto, nel tempo contorto, con pochi e grossi rami, lunghi e tortuosi

–        Apparato fogliare: caduco, le foglie, sono semplici, trilobate con picciolo, di colore verde, ruvide nella pagina superiore e quasi feltrate in quella inferiore, con evidenti nervature

–        Fiore: i fiori, sia maschili e femminili, divisi su due piante separate, piccolissimi, sono racchiusi in un ricettacolo, che dà origine al fico

–        Frutto: il frutto, in realtà è l’infiorescenza (Siconio) ,che nasconde al suo interno i fiori, e lascia soltanto una minuscola apertura per l’impollinazione ad opera dei cinipidi, una famiglia di insetti imenotteri, i veri frutti sono dei piccoli acheni

–        Dimensioni della pianta: altezza massima 10-12 metri

–        Forma della chioma: espansa

–        Velocità di crescita: veloce

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: si adatta a qualunque tipo di terreno purché sciolto e ben drenato

–        pH ottimale:

–        Esposizione: sole/mezz’ombra

–        Resistenza alla siccità: alta, predilige climi caldi ma non umidi

–        Resistenza all’ inquinamento:

Uso: pianta da esterni coltivata per la produzione di fichi o in alcuni casi come ornamentale

Curiosità: i fiori possono essere fecondati solo da una piccolissima mosca, che si chiama Blastophaga psenes

 

Eriobotrya japonica

NESPOLO GIAPPONESE                        

Specie: Eriobotrya japonica

Famiglia: Rosaceae

Nome comune: Nespolo del Giappone

Area di distribuzione: specie diffusa in tutta Italia fino ai 600 m

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: superficiale

–        Fusto e ramificazioni: tronco liscio, nelle giovani, che tende a ramificarsi e fessurarsi scurendosi

–        Apparato fogliare: sempreverde, le foglie sono verdi, grandi coriacee e feltrose nella pagina inferiore, con bordo seghettato ed evidenti venature, con corto picciolo

–        Fiore: fiorisce da ottobre a febbraio, i fiori sono piccoli, bianco/crema, pentameri, invernali, profumati, riuniti in pannocchie erette

–        Frutto: i frutti sono grandi pomi, simili alle albicocche,di colore arancio o più chiaro, con buccia leggermente spessa, la polpa è leggermente acidula e contiene da 2 a 3 semi grandi, ricoperti da una pellicina marrone

–        Dimensioni della pianta: 8-10 metri

–        Forma della chioma: espansa

–        Velocità di crescita:

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche:

–        pH ottimale:

–        Esposizione: in pieno sole o a mezz’ombra, purché sempre in clima caldo e con elevato grado di umidità atmosferica

–        Resistenza alla siccità:

–        Resistenza all’ inquinamento:

Uso: pianta usata per alberature secondarie o come pianta ornamentale nei giardini e parchi

Curiosità: il legno del tronco viene usato in ebanisteria, e piccoli lavori al tornio, e dalla corteccia si ricava il tannino per conciare le pelli. La pianta venne introdotta in Italia nel XVI secolo, a scopo ornamentale. Contrariamente all’epiteto non si tratta di una pianta originaria del Giappone, trovava infatti la sua presenza e diffusione originaria nei territori caldi della Cina, furono però i giapponesi a contribuire in modo determinante alla grande diffusione di questa pianta nell’intero pianeta. Si tratta di un albero da frutto molto utilizzato anche ai fini ornamentali

 

Celtis australis

BAGOLARO

                       

Specie: Celtis australis

Famiglia: Ulmaceae

Nome comune: Bagolaro, Spaccasassi, Zampa d’elefante, Iodogno, Romiglia, Albero dei rosari

Area di distribuzione: è presente in Europa meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: espanso, ramificato, che inizia da una forte radice a fittone; si sviluppa sia in profondità che in superficie e si adatta a qualsiasi terreno (da questo motivo il nome di Spaccasassi

–        Fusto e ramificazioni: fusto monocormico, con rami primari di grandi dimensioni, corteccia di colore grigio-argentea con leggere fessurazioni orizzontali (che richiamano la pelle di una zampa d’elefante e da qui prende il nome Zampa d’elefante)

–        Apparato fogliare: caduco, le foglie nella pagina superiore sono verde scuro, nella pagina inferiore, invece sono di color verde chiaro, la foglia al tatto risulta con peli corti e rigidi

–        Fiore: sono ermafroditi e unisessuali (maschili), compaiono con le foglie e sono riuniti in piccoli grappoli (ogni fiore misura circa 2-3 mm). La fioritura avviene fra aprile e maggio

–        Frutto: fruttificazione con piccoli frutti tondeggianti appetibili dagli uccelli che ne disseminano la specie (riproduzione zoofila). Il seme ha una buona germinabilità anche in terreni non favorevoli

–        Dimensioni della pianta: in ambiente ottimale raggiunge i 25 m di altezza e i 15 m di diametro della chioma

–        Forma della chioma: nello stato giovanile è tondeggiante, invece nello stato adulto è ovoidale

–        Velocità di crescita: media

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: predilige terreno porosi e sciolti, si adatta bene anche in terreni poveri e sassosi

–        pH ottimale: dai 7,0 agli 8,0

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità: alta

–        Resistenza all’ inquinamento: alta

Uso: aree verdi urbane (parchi o grandi giardini pubblici) viali alberati (distanze non inferiori a 8 metri sulla fila), può essere utilizzato anche per stabilizzare delle scarpate

Curiosità: produce molte sostanze allelopatiche sia dalle radici, sia dalle foglie che in seguito cadono nel terreno

 

Castanea sativa

CASTAGNO

 

Specie: Castanea sativa

Famiglia: Fagaceae

Nome comune: Castagno

Area di distribuzione: boschi decidui europei, America, Africa del nord

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: l’apparato radicale è molto robusto e ampio ma non molto profondo, anche se singole radici possono penetrare in profondità; è sede di quasi tutte le riserve energetiche della pianta, cosicché se ceduato ricaccia con vigoria quasi imbattibile, ricostituendo in una stagione, quasi tutte le riserve perse con la ceduazione

–        Fusto e ramificazioni: fusto unico, questa specie tende a cresce in ceppi di 2 o più fusti, la corteccia da giovane è liscia e di colore olivastro nelle piante in forte sviluppo o polloni, con caratteristiche lenticelle che si allungano fino ad 1 cm.; diviene poi grigia e gradualmente forma un ritidoma grigio-bruno a lunghi solchi verticali ed infine cordonata e spiralata

–        Apparato fogliare: caduco, le foglie sono alterne, provviste di un breve picciolo e, alla base di questo, di due stipole oblunghe. La lamina è grande, lunga anche fino a 20-22 cm e larga fino a 10 cm, di forma lanceolata, acuminata all’apice e seghettata nel margine, con denti acuti e regolarmente dislocati. Le foglie giovani sono tomentose, ma a sviluppo completo sono glabre, lucide e di consistenza coriacea

–        Fiore: la fioritura è tardiva, da fine giugno a luglio; la specie è monoica con infiorescenze ad amento miste o anche solo maschili, i due tipi si differenziano per la struttura e l’ordine di comparsa, l’ontogenesi (sviluppo) dell’infiorescenza e del fiore.
L’infiorescenza maschile è costituita da fiori maschili riuniti in glomeruli ascellari, spesso con 7 fiori ciascuno, o in cime mediamente 40 per amento. Queste infiorescenze, si sviluppano alla base del ramo nuovo dell’anno, sono erette e lunghe fino a 15

–        Frutto: ricci, contenenti castagne, il riccio (5-10 cm di diametro) è fortemente spinoso, contiene normalmente 3 frutti (ma a volte 2 e fino a 7), sono acheni con pericarpo liscio e coriaceo bruno più o meno scuro omogeneo o striato nei marroni, alla base c’è una cicatrice chiara (ilo) e all’apice i resti degli stili (torcia o stoppino), la faccia interna è pubescente. I cotiledoni sono molto grandi formati da una polpa dura color avorio, protetti da una pellicola membranacea (episperma) di colore marrone chiaro. Il frutto è normalmente deiscente ma a volte il riccio può cadere e rimanere intero a lungo. L’achenio è più o meno dolce ed è edule, da cui l’epiteto specifico “sativa” come anche il sinonimo “vesca” fanno riferimento all’appetibilità del frutto

–        Dimensioni della pianta: altezza massima: 25-30 m

–        Forma della chioma: espansa e rotondeggiante

–        Velocità di crescita: media

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: terreni dotati di potassio e fosforo, sciolti e ben drenati

–        pH ottimale: dai 5,0 ai 6,5

–        Esposizione: pieno sole

–        Resistenza alla siccità: media

–        Resistenza all’ inquinamento: media

Uso: pianta da esterni, adatta per la produzione di castagne o legno, abbastanza adatta come ornamentale in parchi e giardini

Curiosità: le più importanti malattie da funghi che colpiscono il castagno sono il cancro corticale del castagno e il mal dell’inchiostro. Gli insetti fitofagi più importanti sono il balanino delle castagne (Curculio elephas) e, fra i lepidotteri, la tignola del castagno (Pammene fasciana), la carpocapsa delle castagne (Cydia splendana) e il bombice dispari (Lymantria dispar). Dal 2002 è presente in Italia anche il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus), originario dell’Estremo oriente

 

Campsis radicans

BIGNONIA

 

Specie: Campsis radicans

Famiglia: Bignoniaceae

Nome comune: Bignonia, Trombetta rampicante, Gelsomino delle vergini,

Area di distribuzione: originaria degli Stati Uniti d’America, diffuso in tutta Europa, particolarmente in Italia

Caratteristiche botaniche:

–        Apparato radicale: forte, possiede anche un apparato radicale aereo che gli permette di arrampicare su qualsiasi superficie senza particolari problemi, per questa caratteristica a volte diventa invasiva

–        Fusto e ramificazioni: la bignonia si sviluppa come un arbusto, e da un ramo principale si sviluppano i secondari che portano le foglie, questo rampicante produce molti rami secondari su cui spuntano prima le foglie e, in seguito, i fiori

–        Apparato fogliare: presenta un apparato fogliare caduco con foglie imparipennate di colore verde intenso, lunghe fino a 30 cm circa, con 9-13 foglioline ovato-lanceolate, lunghe fino a 7 cm e larghe 4 cm, con margini seghettati

–        Fiore: le infiorescenze terminali portano 8-12 fiori imbutiformi di colore rosso o rosso-arancio di 6-8 cm di lunghezza e 3-4 cm di diametro, fiorisce in estate

–        Frutto: i frutti sono baccelli (capsule legnose) lunghi fino a 20 cm, contenenti semi piatti alati lunghi 2cm circa

–        Dimensioni della pianta: dimensioni medie di circa 3 metri, altezza massima di 4-5 metri

–        Forma della chioma: pianta rampicante, si adatta ai sostegni che gli vengono forniti che possono essere un cancello, un albero, un apposito graticcio e molto altro

–        Velocità di crescita: veloce

Caratteristiche agronomico-ambientali:

–        Esigenze pedologiche: predilige un terreno con drenaggio elevato, soffice e profondo

–        pH ottimale: dai 6,0 ai 7,0

–        Esposizione: pieno sole (solo in alcune ore della giornata) – mezz’ombra

–        Resistenza alla siccità: media

–        Resistenza all’ inquinamento: medio-alta

Uso: questa pianta è usata a ridosso di superfici (per coprirle) oppure come ornamentale da fare arrampicare su appositi sostegni o anche come siepe quando poggia su una cancellata

Curiosità: può diventare invadente formando dalle radici nuove piante anche molto lontano dalla pianta madre. E’ noto che il contatto con le foglie può provocare reazioni cutanee in soggetti particolarmente sensibili